martedì 25 marzo 2008

Isolati dal mondo

Quando lessi in un articolo che Shabunda era situata in un’enclave, non realizzavo esattamente la vera situazione, quando poi arrivai, mentre attendevo pressoché in cabina che scaricassero l’aereo per poter scendere mi misi a parlare con i piloti. Gli dissi che mi sarei fermato per cinque mesi e loro mi guardarono molto perplessi e si misero a ridere. Erano terrorizzati solamente dall’idea di potervi soggiornare un solo giorno nel caso di maltempo improvviso. I piccoli aerei che atterrano qui a Shabunda non sono adatti a volare con forti perturbazioni, che qui sono usuali ogni tardo pomeriggio durante la stagione delle piogge.
Ora, dopo più di tre mesi dal mio arrivo, capisco esattamente cosa voleva dire l’autore di quell’articolo definendo questa terra un’enclave. Già ho raccontato che qui non ci sono strade da Bukavu o Goma, città da dove arrivano tutti i prodotti alimentari che non siano locali. Ora vi starete chiedendo quali sono i prodotti locali…ebbene, qui si possono trovare le patate dolci, la manioca (cibo base della zona, un po’ come da noi può essere il pane), una verdura simile agli spinaci, il riso, frutta varia e olio di palma che per noi è meglio non utilizzare per non avere problemi continui di stomaco, la carne anche se molto cara, gli arachidi, i pomodori ciliegina e poche altre cose che forse ora dimentico. Tutto il resto deve essere importato.
Ogni giorno quando la nostra cuoca va al mercato si lamenta che non riesce a trovare, non solamente quello che vuole, ma neanche l’indispensabile per fare un po’ da mangiare. Qui manca veramente tutto, e quando la situazione politica intera o dei vicini paesi si mette di mezzo la situazione diventa veramente difficile perché tutto viene meno quando i voli sono interrotti.Circa due mesi fa, a causa della situazione interna del Kenia, la fornitura di carburante fu sospesa e con lei tutti gli aerei. E’ da lì, infatti, che arriva il petrolio per tutto l’est Congo. La mancanza di carburante all’aeroporto Kavumu di Bukavu si è subito fatta sentire qui, o meglio non si sono più sentiti aeroplani per una decina di giorni. Ve lo immaginate quando tutte le cose arrivano via aerea per mancanza di vie di comunicazione e anche gli aerei si fermano?
Sono stati dieci giorni difficili per tutti, anche per me il fatto di vedere ogni giorno lo stesso piatto fatto di riso in bianco, un po’ di polenta di mais, dei fagioli o la stessa verdura cotta e un pezzettino di carne non è stato dei massimi, soprattutto perché noi siamo abituati ad andare al supermercato e riempire il carrello della spesa senza neppure pensarci troppo. Ma anche qui sono ancora una volta fortunato rispetto a molti, io ho i soldi per potermi permettere almeno la carne. Ogni giorno vedo moltissima gente che mangia solamente un piatto a base di riso mescolato con foglie di manioca cotte.

La stessa situazione aerea ora si sta ripetendo, questa volta perché il governo ha bloccato i piccoli aerei antonov. Finalmente, alcuni dicono, ci si è resi conto che sono molto vecchi e insicuri. Ma alla gente comune chi ci pensa? Nel frattempo non hanno pensato di comprare qualche nuovo aereo, così la gente “allunga” l’orecchio nella speranza di sentirne arrivare uno con un po’ di cibo.
Per farvi un esempio, la settimana scorsa per comprare l’equivalente di una piccola latta di tonno di sale, è questa l’unità di misura locale, si doveva pagare quasi un dollaro quando tempo addieto costava un quinto. Tutto improvvisamente è diventato cinque sei volte più costoso del normale e la gente ne sta soffrendo molto ma non ha alcun mezzo per poterne uscire se non la speranza di vedere ultimata quest’interminabile strada che arriva da Bukavu.
Ieri sono tornato da una settimana passata in un villaggio ai confini con il Maniema, giù al sud dove non c’era neppure l’aeroporto. Appena riesco vi scriverò anche di questa esperienza che mi ha portato a fare molte cose per la prima volta in vita mia….e spero che venga anche a voi il desiderio di venir a vedere quanto diversa è la vita all’infuori dell’Europa.

Kuaeri

Mirko