domenica 13 aprile 2008

prima settimana a Kindu


Jambo!
Dopo aver trascorso una settimana nella caotica capitale della Repubblica Democratica del Congo eccomi arrivata nella splendida e tranquilla Kindu. Mai avrei pensato ad una accoglienza così calorosa da parte di tutta questa splendida e amichevole popolazione che quando mi incontra nei vicoli del mercato centrale mi porge un sorridente JAMBO DADA (saluto che si fa alle giovani donne), a cui io ovviamente rispondo con altrettanto entusiasmo.
Ho avuto la possibilità di visitare con i membri dell’APEMA (Gaston, Gedeon, Emerie, Marie, Marcel) buona parte della città e tutti i suoi piccoli e poveri quartieri ma sorprendentemente intrisi di gioia, sorrisi e vivacità; le donne e i bimbi trasportano sul dorso e sulla testa pesi incalcolabili ma questo non impedisce loro quando mi incontrano di sorridermi e di salutarmi o addirittura di abbandonare per qualche secondo i loro fardelli a terra per stringermi la mano e per darmi il loro saluto in swahili.
Come molti sanno Kindu è divisa in due dal fiume e per chi vuole raggiungere la riva opposta deve farsi trasportare da una delle piroghe disponibili a riva. La settimana scorsa sono rimasta attonita nell’osservare una piroga carica di persone a tal punto che il suo bordo toccava il pelo dell’acqua. Marie mi ha raccontato che non molto tempo fa a causa di questo problema ha perso un suo caro amico e collega di università che doveva sostenere un esame all’università di diritto pubblico che si trova alla riva sinistra del fiume; la piroga era talmente satura di persone che ha finito per spezzarsi, capovolgersi e gettare tutti i viaggiatori nel fiume con un’ingente perdita di vite umane.
Quello che ho osservato sino ad ora è che nonostante le difficoltà,le sciagure, la fame, la miseria in particolar modo di certi quartieri, questa popolazione mantiene una fede che è un qualcosa di incredibile e di invidiabile. Le messe domenicali sono un’esplosione di gioia contagiosa; il loro entusiasmo nel danzare e cantare è talmente forte che non si può nonsorridere ma anche commuoversi per la forza e la voglia di vivere che c’è in ognuno di loro. C’è proprio da farsi un esame di coscienza;
Come ha osservato Mirko a Shabunda sono le donne e i bimbi che fanno i lavori più pesanti ma i ragazzi dell’APEMA mi dicono che qualcosa sta cambiando, POLE POLE (lentamente)
VOIR, JUDGER, AGIR è il motto di cui mi sono fatta carico: quindi quello che sto facendo a poco più di una settimana dal mio arrivo è quello di osservare, ascoltare, conoscere questa meravigliosa città le mie osservazioni arriveranno in un secondo momento quando sarò abbastanza certa di aver capito qualcosa senza precipitarmi in conclusioni affrettate.
Vi saluto tutti
TUTAONANA
Chiara