giovedì 28 febbraio 2008

Viaggi 2008

LE TUE FERIE…


Vivere immerso in culture diverse
Capire oltre ciò che vedi
Camminare a fianco di persone e popoli
Un riposo di
rigenerazione interiore



…LE NOSTRE PROPOSTE

Contattaci!!!
  • L’ETICA
Viaggia con noi : Spiagge, parchi naturali, storia, architettura, feste, svago, buon cibo… ma anche :

► conoscenza diretta delle culture locali, vissute in prima persona e condivise con le popolazioni locali.

► scoperta della società civile, delle sue forme organizzate (gruppi, cooperative, associazioni, …), dei loro progetti di sviluppo e di crescita sociale, culturale, economica, imprenditoriale, politica…



Una vacanza dove chi ti accoglie è la gente del posto, preparata e
competente, desiderosa di presentarti la propria cultura e la propria organizzazione sociale, e che ha preparato un soggiorno e dei percorsi di visita nel massimo rispetto dell’ambiente.

E sei sicuro che quanto spenderai resterà alla popolazione locale e quindi migliorerà l’economia di base del paese che ti ospita.

Tutto questo si chiama “turismo responsabile”


  • LA LOGISTICA
Posso iscrivermi?
Certo.
Se sei minorenne devi venire con un maggiorenne che si faccia carico di te.


Come posso iscrivermi ad un viaggio o informarmi meglio?
Telefona. Invia una mail. Invia una lettera. Visita il nostro sito.

www.incontrofraipopoli.it
Incontro fra i Popoli
Via Museo 9
36061 Bassano del Grappa (Vicenza)
turismo@incontrofraipopoli.it
335.6977664 [foto] Luisa
049.5975338 [foto] Chiara
335.8367012 [foto] Leopoldo

Quanto costa?

Circa 700 € per la Romania. Tra 1.200 e 2.200 € per il Congo ed il Camerun.
Cioè? Al costo del biglietto aereo, dei visti e dell’assicurazione, si aggiungono 35 € al giorno per le spese giornaliere (vitto, alloggio, trasporto) e 50 € per le spese di segreteria di Incontro fra i Popoli.


Cosa mi verrà chiesto quando mi iscrivo?
- i documenti (passaporto, febbre gialla, alcune foto), i dati necessari per ottenere il/i visto/i, un anticipo (il costo del biglietto aereo);
- la partecipazione ad un incontro assieme ad altri partecipanti allo stesso viaggio, a Bassano (VI) o a Cittadella (PD) o a Padova.


Cosa mi verrà chiesto quando sarò tornato dal viaggio?
- partecipare ad un incontro di scambio e di valutazione con gli altri partecipanti al viaggio.
- far tesoro della ricchezza interiore acquisita e renderla concreta trasmettendola agli altri intorno a te e tenendoti in contatto, attraverso Incontro fra i Popoli, con persone ed enti che hai incontrato nei paesi visitati, sostenendo le loro iniziative di crescita, i loro progetti. Questa è “solidarietà”.


Quando si fanno i viaggi?
- Sopratutto durante l’estate (luglio e agosto)
- In ogni momento dell’anno (per gruppi da 6 a 12 persone già costituiti e per singoli o coppie che desiderano fare esperienze personali)


Quanti tipi di offerte ci sono?

- Percorsi di conoscenza (viaggi di turismo responsabile, in cui ci si sposta di località in località, per vedere, apprezzare, conoscere, condividere).
۰ due settimane (Romania, Camerun foresta, Sri Lanka)
۰ tre settimane (Congo foresta, Congo laghi, Camerun savana)

- Soggiorni di condivisione (un periodo da 15 giorni a 4-6 mesi da trascorrere in una località predefinita, vivendo con la gente del posto, affiancati da mediatori locali)

- Campi di servizio (un periodo da 7 a 20 giorni da trascorrere a fianco di un’associazione del posto nella realizzazione delle sue opere di sviluppo)

- Stage e tirocini (per universitari e neolaureati, periodi di almeno 2 mesi)

mercoledì 20 febbraio 2008

Coppa d’Africa


Una decina di giorni fa, dopo circa un mese dal suo inizio si è conclusa la coppa d’Africa, torneo calcistico che vede affrontarsi tutte le migliori nazionali africane, un po’ come da noi lo è con gli europei di calcio. Quest’avvenimento è stato un po’ speciale per Shabunda perché i padri Saveriani hanno trasmesso una partita al giorno su un maxischermo posizionato all’interno del loro giardino. Non sono bravo a contare le persone, ma vi posso dire che già un’ora o più dall’inizio d’ogni match, molti giovani e meno giovani, iniziavano a versarsi nel giardino della parrocchia per assicurarsi un bel posto di fronte allo schermo. Un paio di volte è successo che me ne sono andato a fine primo tempo e devo dire che è stata un’impresa non facile attraversare tutta la gente che sedeva sul prato.


Una sera, partendo da casa di fretta, ho dimenticato la torcia elettrica, e ancora oggi non so come sia riuscito a ritornare a casa da quanto l’oscurità era fitta. Prima ho rischiato di entrare nella caserma della polizia poi di cadere nel fossato che costeggia la via della mia casa.
La maggioranza delle persone qui a Shabunda non si possono permettere una torcia e per ovviare a tale problema penso abbiano imparato a memoria tutte le singole strade della città. E’ incredibile vedere anche tutti questi bambini di tre quattro anni gironzolare soli, anche fino a notte fonda, senza mai perdersi.
La maggior parte della gente che vive a Shabunda, o nei villaggi qui attorno, non è mai andata in città come Bukavu, Goma o Kindu, dove già c’è l’elettricità e la TV, per mancanza di vie e mezzi di comunicazione. Per andare a Bukavu o Goma, infatti, l’unico mezzo è l’aereo, troppo caro per la gente comune. Kindu è collegata da una strada che assomiglia più ad una carreggiata di campagna che già da molti anni manca totalmente di ogni opera di manutenzione, ed è quindi difficile da raggiungere. Vedere la televisione, di conseguenza è una rarità per la maggior parte della gente che vive qui e spesso mi sono chiesto a che cosa pensino quando vedono le pubblicità durante l’intervallo delle partite. Persone ben vestite con bei cellulari e automobili che sembrano uscite dall’ultimo salone futuristico e che corrono in città quali Londra. Sto pesando ad una delle pubblicità che ricordo. Insomma, tutte cose che per noi sono normali ma che viste con gli occhi della gente di qui possono sembrare, senza scherzo, di un altro pianeta.


Quando poi penso a tutte le cose, anche da mangiare, che noi gettiamo ogni giorno perché scadute o semplicemente perché siamo già troppo sazi, e al fatto che qui molti mangiano solamente una volta al giorno, perché non hanno nulla di cui cibarsi, non riesco a trovare una risposta.
Com’è disequilibrato ed ingiusto questo nostro mondo!!
Ora per un bel po’ la gente di Shabunda può ritornare a vivere sonni tranquilli e a non pensare alla differenza abissale che c’è tra il loro ed il nostro mondo che vedono alla televisione. Penserete che non è poi una bella soddisfazione ma finché noi non cambiamo le carte in gioco a loro non resta altro che aspettare, magari all’ombra di una palma.

Tutaonana, Mirko.

giovedì 7 febbraio 2008

Festa di fine anno


Anche quest’articolo l’avevo scritto tempo fa, e precisamente a fine anno ma ve lo mando solo ora per problemi tecnici. Spero però di poter scrivere più spesso. Un abbraccio.

Ora sono a Kalima dove ho passato l’ultimo dell’anno. Ho trascorso la nottata in un bistrò nel quartiere belga. La serata è stata interrotta alle 22 dalla mancanza d’elettricità. Qui, infatti, c’è una centrale idroelettrica che rifornisce la città, ma non appena piove staccano la corrente per paura dei fulmini. Mi dicono che al tempo dei belgi la centrale funzionava molto meglio, ma da dopo la guerra nessuno gli fa la manutenzione.
La strada che collega Shabunda a Kalima è un vero calvario, cinque ore e mezza per fare circa 130 km, ma quello che più pesa è che si arriva completamente distrutti a causa delle buche, sassi e quant’altro. A tratti la strada non esiste proprio e si prosegue in un viottolo.


L’ultima settimana di Shabunda è stata intensa. Abbiamo iniziato a visitare le scuole che uno dei nostri partner, l’ADR, sta costruendo con finanziamento di CORDAID, ONG olandese. Le vecchie scuole erano proprio un disastro. Fa specie vedere tutti questi bambini che lavorano per contribuire alla costruzione. Io mi son messo ad aiutarli un po’ ma non è stato facile col caldo che fa. E fa specie vedere come la maggioranza degli adulti stia lì a guardarli. Quando però mi son messo ad aiutare i bimbi molti di loro si sono sentiti a disagio e son venuti a fare qualcosa.
Qui si nota bene che a lavorare sono in maggioranza le donne ed i bambini. Gli uomini passano molto del loro tempo seduti a parlare. Il loro lavoro tradizionale consiste nel tagliare gli alberi del loro appezzamento che hanno nella foresta. Lavoro che li occupa, generalmente per poche settimane all’anno. Poi stanno tutto il resto dell’anno a guardare che la donna vada a lavorare i campi, che vada a prendere la legna per cucinare e che cucini, ovviamente. Se solo dovesse pensare di non farlo, beh….verrebbe picchiata e non poco. E’ quello che mi dice la nostra cuoca, un po’ sorpresa perché le faccio questa strana domanda. I bambini e le bambine, o sempre le stesse donne, devono poi andare ad approvvigionarsi d’acqua. E’ proprio in questo quadro che in questi giorni ho avuto modo di partecipare ad alcune discussioni su un progetto che il nostro partner ci sta redigendo sul tema diritti umani, con particolare attenzione alla donna e ai giovani.
Ora vi saluto perché ho internet solo per poco tempo e ho da fare un sacco d’altre cose, spero di poter aggiornarvi qualche volta qui e là.

Tuta onana kisha