giovedì 7 febbraio 2008

Festa di fine anno


Anche quest’articolo l’avevo scritto tempo fa, e precisamente a fine anno ma ve lo mando solo ora per problemi tecnici. Spero però di poter scrivere più spesso. Un abbraccio.

Ora sono a Kalima dove ho passato l’ultimo dell’anno. Ho trascorso la nottata in un bistrò nel quartiere belga. La serata è stata interrotta alle 22 dalla mancanza d’elettricità. Qui, infatti, c’è una centrale idroelettrica che rifornisce la città, ma non appena piove staccano la corrente per paura dei fulmini. Mi dicono che al tempo dei belgi la centrale funzionava molto meglio, ma da dopo la guerra nessuno gli fa la manutenzione.
La strada che collega Shabunda a Kalima è un vero calvario, cinque ore e mezza per fare circa 130 km, ma quello che più pesa è che si arriva completamente distrutti a causa delle buche, sassi e quant’altro. A tratti la strada non esiste proprio e si prosegue in un viottolo.


L’ultima settimana di Shabunda è stata intensa. Abbiamo iniziato a visitare le scuole che uno dei nostri partner, l’ADR, sta costruendo con finanziamento di CORDAID, ONG olandese. Le vecchie scuole erano proprio un disastro. Fa specie vedere tutti questi bambini che lavorano per contribuire alla costruzione. Io mi son messo ad aiutarli un po’ ma non è stato facile col caldo che fa. E fa specie vedere come la maggioranza degli adulti stia lì a guardarli. Quando però mi son messo ad aiutare i bimbi molti di loro si sono sentiti a disagio e son venuti a fare qualcosa.
Qui si nota bene che a lavorare sono in maggioranza le donne ed i bambini. Gli uomini passano molto del loro tempo seduti a parlare. Il loro lavoro tradizionale consiste nel tagliare gli alberi del loro appezzamento che hanno nella foresta. Lavoro che li occupa, generalmente per poche settimane all’anno. Poi stanno tutto il resto dell’anno a guardare che la donna vada a lavorare i campi, che vada a prendere la legna per cucinare e che cucini, ovviamente. Se solo dovesse pensare di non farlo, beh….verrebbe picchiata e non poco. E’ quello che mi dice la nostra cuoca, un po’ sorpresa perché le faccio questa strana domanda. I bambini e le bambine, o sempre le stesse donne, devono poi andare ad approvvigionarsi d’acqua. E’ proprio in questo quadro che in questi giorni ho avuto modo di partecipare ad alcune discussioni su un progetto che il nostro partner ci sta redigendo sul tema diritti umani, con particolare attenzione alla donna e ai giovani.
Ora vi saluto perché ho internet solo per poco tempo e ho da fare un sacco d’altre cose, spero di poter aggiornarvi qualche volta qui e là.

Tuta onana kisha

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