giovedì 18 ottobre 2007

Progetto di Sviluppo in Congo


Con le felicitazioni dell’Unione Europea si è concluso qualche giorno fa un consistente progetto di sviluppo in Congo realizzato dall’associazione Incontro fra i Popoli. Un progetto diviso in dieci progetti coordinati e simili fra loro, realizzati tutti a tempo di record: 12 mesi. L’investimento globale è stato di 831.764 euro, di cui due terzi offerti dalla Comunità Europea ed il resto reperito da Incontro fra i Popoli dalla generosità dei suoi sostenitori.

“Il Congo è appena uscito da un decennio di sanguinosa guerra di invasione da parte dei paesi vicini – asserisce il presidente di Incontro fra i Popoli, prof Leopoldo Rebellato – Abbiamo voluto dare un segno di speranza a partire dalle nuove generazioni e sulle città più importanti della regione del Kivu, grande più dell’Italia.”

Il progetto ha interessato città distanti tra loro anche più di 500 chilometri: Goma, Bukavu, Walungu, Uvira, Fizi, Shabunda, Kasongo, Kindu. Quattro scuole semidistrutte (due elementari, due superiori), per un totale di 2.000 alunni, ora sono edifici splendidi, equipaggiati di banchi, cattedre, lavagne. Sono stati acquistati 30 computer, 25 stampanti ed oltre 1.500 libri, soprattutto di matematica e francese. Sono stati realizzati vari corsi di aggiornamento che hanno interessato circa 300 docenti. In favore dei ragazzi più grandicelli, cui la guerra ha fatto perdere il treno della regolare scolarizzazione, sono stati costruiti due nuovi centri di formazione professionale, due altri sono stati ricavati dalle macerie di precedenti strutture ed infine due già esistenti sono stati riequipaggiati di strumentazione di base. Ne beneficiano ogni anno circa 500 fra ragazzi e ragazze. I mestieri insegnati: agrosilvicoltura, allevamento stanziale, falegnameria, edilizia, panetteria, ecc. E’ stata costruita ed avviata anche una scuola-fattoria e tre centri di formazione in sartoria. I ragazzi ed i giovani sono innanzitutto recuperati affettivamente e socialmente dai traumi subiti e poi formati professionalmente ed orientati all’imprenditoria comunitaria. Sono più di una decina le cooperative di giovani artigiani già costituite (falegnami, mattonieri, panettieri, sarte, ecc.). Il fenomeno dei ragazzi di strada, apparso con l’avvento della guerra, è stato affrontato indirettamente, attraverso l’aiuto alle famiglie povere. Quasi ottomila famiglie ed oltre trecento vedove sono state aiutate con il microcredito. Trecento giovinetti hanno ritrovato le loro famiglie ed altri millequattrocento, con il profitto del microcredito dei genitori, hanno potuto inserirsi nei normali circuiti scolastici.

A Bukavu e a Shabunda si sono spesi fior di quattrini anche per coscientizzare la gente sui suoi diritti e per prepararla alle libere elezioni dopo quarant’anni di dittatura. A Shabunda è stata pure installata una radio locale.

“E tutto realizzato da loro, i congolesi – conclude Rebellato – Non è da noi inviare personale nostro. I progetti erano loro, noi li abbiamo limati giusto per ottenere i fondi dell’Unione Europea. Ognuno dei dieci progetti aveva un’associazione del posto che ci aveva proposto il suo progetto. Nel Nord Kivu c’era Muungano, nel Sud Kivu i partner erano Comitè Anti Bwaki, Peder, Dmk, Sodebu, Aibef, Caritas Uvira, Adr; nel Maniema Asdi e Apema. Coordinare dieci realtà lontane fra loro geograficamente è stato duro, ma è stato possibile perché erano tutte animate da vero spirito di servizio verso i più poveri fra il loro popolo. Le abbiamo seguite da lontano con ogni tipo di consiglio e poi le abbiamo incontrate sul posto un paio di volte. All’inizio di quest’anno l’Unione Europea ha fatto un giro di controllo e si è felicitata con noi e con i nostri partner congolesi per l’onestà nella gestione dei soldi, per la competenza nell’esecuzione di quanto previsto e per gli importanti risultati sociali conseguiti.
Ringraziamo singoli ed enti che hanno permesso questo segno tangibile di solidarietà”.

Per ogni informazione: http://www.incontrofraipopoli.it/, cell. 3358367012.

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