domenica 2 dicembre 2007

TESTIMONIANZA DI SERVIZIO CIVILE ESTERO

Scrivo dal Burundi, dove sto svolgendo un anno di Servizio Civile presso un'importante ONG italiana. Dopo più di un mese, mi sembra di poter dare un primo giudizio alla mia esperienza.L'ONG dove sto lavorando ora é un'ONG universalmente reputata tra quelle più serie, e effettivamente i miei compagni di lavoro italiani sono persone che si impegnano e cercano di fare al meglio il proprio dovere.Io definirei la cooperazione della mia ONG (e delle altre ONG internazionali con cui sono venuto a contatto) una cooperazione "per progetti e espatriati". Nel senso che questi due sono gli elementi secondo me più caratteristici.I progetti: la cooperazione si fa per progetti, e i progetti li fa (li scrive) l'ONG. Il meccanismo é il seguente: un bailleur de fonds presenta un bando dove sono sintetizzate le linee guida del progetto che ha intenzione di finanziare, l'ONG internazionale lo scrive nei dettagli, lo presenta al bailleur e poi, se vince, lo mette in pratica sul terreno. I progetti quindi non nascono localmente, e il rapporto che si instaura tra l'ONG internazionale e i partner locali tende a essere un rapporto di subalternità, in cui a prendere le decisioni sono i cosiddetti espatriati. Inoltre, lavorando esclusivamente per progetti si lavora inevitabilmente sul breve periodo (difficilmente i progetti dei grandi donatori internazionali ormai durano più di due o tre anni), mentre é sul lungo periodo che si possono ottenere risultati più duraturi.Gli espatriati, o cooperanti: sono i responsabili dei progetti, e di solito sono della stessa nazionalità dell'ONG presso cui lavorano; spesso trascorrono in un paese solo pochi anni, magari giusto il tempo della durata del progetto. Ma come fa una persona totalmente estranea a un determinato contesto a capire in pochi mesi quali sono le vere esigenze della popolazione locale? Come riesce a intuire le dinamiche meno visibili della società, a evitare le trappole delle persone disoneste e a non essere usata nei giochi di potere a livello locale? E infine, é possibile attuare una cooperazione efficace se non si parla neppure la lingua dei contadini a cui il progetto é rivolto?La conseguenza di questo modo di lavorare é la mancanza di sostenibiltà di molti progetti: il progetto finisce, gli aiuti pure, i cooperanti se ne vanno e quello che rimane é poco o niente. Qui, nelle campagne del Burundi, é pieno di cartelli che segnalano vecchi progetti di sviluppo. Secondo molti, pure tra gli stessi espatriati, di tanti è completamente andato perso ogni risultato ottenuto a suo tempo, nel momento stesso di attuazione del progetto.

testimonianza di un socio di Incontro fra i Popoli che sta facendo l'anno di servizio civile presso un'altra ONG

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