domenica 4 maggio 2008

Arriverderci RDCongo

Jambo Marafiki,

dopo quasi sei mesi di Congo la mia avventura sta volgendo al termine, infatti, la prossima settimana l’aereo mi attende a Bujumbura per il rientro. Questi mesi devo dire sono stati molto intensi ma la differenza con il nostro mondo è tale che non ci si rende bene conto di quello che si vive. Immagino ci voglia un po’ di tempo per metabolizzare l’esperienza. Prima di salutarvi dal Congo per rivederci in Italia, vi volevo mandare un mio ultimo articolo ma poi pensandoci bene ho preferito inviarvi una carrellata di foto che sono molto più significative di tante parole. Le ho scelte in progressione, quindi le prime sono di quando sono arrivato, mentre le ultime sono di questi miei ultimi giorni di viaggio in cui ho toccato Bukavu e Goma prima di avviarmi il prossimo lunedì mattina a Uvira, mia ultima tappa in terra congolese.


Qui ero con lo staff del ristorante della CARITAS ad Uvira. Non immaginavo nemmeno che di ristoranti non ne avrei più visti per sei lunghi mesi.

Prima di partire Leopoldo mi aveva avvisato: viaggerai tra i bagagli. Ma quale tra i bagagli? Ero in cabina quasi abbracciato al pilota e copilota e non riuscivo a muovermi. Li vedete i sacchi alle mie spalle? Arrivavano quasi a toccare la parte superiore dell’aereo. Però vi dico che dalla cabina c’è un panorama veramente meritevole di correre il rischio di viaggiare senza cintura allacciata…

Di ritorno da una visita ad alcuni piccoli villaggi mi sono fermato a visitare il grande ponte sull’Ulindi, un ricordo lasciato da ingegneri italiani costruito durante il periodo coloniale.

Visita ad una segheria manuale all’interno della foresta. In foto sono con il mio amico e coinquilino Charles, geometra che segue la costruzione di cinque scuole elementari.

Dopo una bella passeggiata e un bel giro in piroga, canoa ricavata incavando un grosso tronco d’albero e mossa da pagaie, ci ripariamo dal sole tropicale all’ombra di un Barzar.

Ogni settimana alla fonte a prendermi l’acqua potabile come tutto il resto della popolazione di Shabunda.

Momento di relax nel giardino di casa in compagnia del guardiano Patrice, del figlio Kennedy e del figlio della cuoca.


Mentre faccio compagnia alla cuoca e ai figli che mangiano in cucina; le donne e i bambini, infatti, non possono per tradizione mangiare a tavola con i maschi.


Spero che la foto non sia troppo scura. Qui ero in camera mia e al lume di candela mi stavo preparando per andare a dormire….che serate romantiche!!


Durante le vacanze di pasqua sono stato a fare del turismo responsabile…qui mi vedete a fare il bucato giù al fiume come tutta la gente. Sullo sfondo qualcuno che si fa anche il bagno…



…ho voluto prendere in braccio questo piccino ma appena ha visto che non ero sua mamma si è messo a piangere. Ero in una comunità di una montagna e probabilmente il bambino non aveva mai visto un “musungo” prima d’ora.



Tra una visita e l’altra trovo anche il tempo di fare un po’ di turismo. Sono a Goma e ho sullo sfondo il magnifico lago verde.





Peccato la foto sia uscita scura. In battello sul lago Kivu di ritorno da Goma…che panorami. Beh, che dirvi… questa è stata la mia storia negli ultimi sei mesi e vi giuro che è stata intensa. Dall’Europa non si può neppure immaginare come sia diversa la vita qui e come le persone siano costrette a vivere nella povertà. Io, infatti, ero un’occidentale e per quanto mi sia immedesimato nella loro vita quotidiana non è la stessa cosa sapere che un giorno te ne ritornerai nel tuo soffice mondo o sapere che ci si trova in una gabbia senza via d’uscita.

Tutaonana

Mirko

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